L'ultima settimana di febbraio è caratterizzata dal teatro contemporaneo: approda al Teatro Comunale "Vangelo", il nuovo atteso lavoro di P.Delbono e al Duse "Robinson", coreografia di M. Di Stefano, Leone d'Argento alla Biennale Danza di Venezia 2014. Inoltre i Teatri di Vita ospiteranno in prima nazionale "La stanza del tramonto", di Lina Prosa, in collaborazione con C.Sorace&R.Fazi(Muta Imago).
Dal 25 al 28 febbraio, in cartellone all’Arena del Sole, ma allestito al Teatro Comunale di Bologna, andrà in scena il nuovo lavoro di Pippo Delbono Vangelo, opera contemporanea, una produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione e Croatian National Theatre in Zagreb.
Artista capace, come pochi altri, di sperimentare sulla scena, di lavorare nel solco fertile tracciato tra autobiografia e cronaca, Delbono crea insieme alla sua compagnia, omogenea nella sua disomogeneità, un lavoro collettivo che trova il suo esito finale derivando suggestioni dal linguaggio poetico e letterario, da quello della danza, come anche da quello cinematografico e musicale. Vangelo è un lavoro segnato dalle musiche composte per coro e orchestra da Enzo Avitabile che si declina in esiti differenti e in un percorso a tappe.
Venerdì 26 febbraio salirà sul palco del Teatro Duse la Compagnia MK con Robinson, coreografia di Michele Di Stefano, Leone d’Argento alla Biennale Danza di Venezia 2014.
La compagnia si occupa di performance, coreografia e ricerca sonora. Con questo lavoro Michele Di Stefano e gli Mk sembrano tracciare in diagonale una linea meravigliosa che sfiora popoli, tribù, danze astratte, fiere, foreste tropicali e persino fantascienza in un solo colpo. Luogo di approdo del turista definitivo ma anche laboratorio della colonizzazione, l’isola di Robinson si occupa da sempre della nostra idea dell’esotico, quell’indefinibile processo proiettivo di desideri e paure, rimodellato oggi per essere al servizio di due grandi flussi dell’economia globale: quello migratorio e quello vacanziero. La coreografia è soprattutto un atto di apprendimento rispetto ad un “fuori” di cui fare incessante esperienza.
Dal 26 al 28 febbraio approdano al Teatro Il Celebrazioni il duo comico Ale e Franz con lo spettacolo Tanti Lati-Latitanti, che esplora il mondo della relazione a cui i due comici, come coppia, da sempre si ispirano.
Sempre dal 26 al 28 febbraio l’ITC Teatro di San Lazzaro ospiterà tre serate dedicate a Marinella Manicardi, scrittrice, drammaturga e pedagoga, dal 1970 attrice, in sodalizio artistico con Luigi Gozzi, con il quale ha diretto il Teatro delle Moline.
Calcherà le scene dell’ITC con due dei suoi spettacoli più amati: il 26 febbraio con La Maria dei dadi da brodo, racconto del “saper fare” dei bolognesi attraverso la storia di Maria che, stanca di conservare in un cartoccio la crema per il brodo, chiede al marito, perito meccanico, di inventare una macchina che impacchetti il glutammato, dose per dose, contribuendo così all’invenzione del dado da brodo; e il 27 febbraio con Corpi impuri, spettacolo lieve che ci parla con garbo e leggerezza di un fenomeno tanto naturale quanto censurato del corpo femminile.
In contemporanea dal 26 al 28 febbraio i Teatri di Vita ospiteranno la prima nazionale di La stanza del tramonto. Appunti sulla vita ordinaria di un mammifero, di Lina Prosa, in scena Sara Donzelli e Gianpaolo Gotti, collaborazione drammaturgia e spazio scenico di Claudia Sorace e Riccardo Fazi, della compagnia romana Muta Imago. La stanza del tramonto è una creazione sui temi della Fine e della Cura, dove si confrontano – e si confondono – rito e contemporaneità, linguaggio quotidiano e abbandoni metafisici, risate, affetti e crudeltà. L’infinitesimo quotidiano convive con le vertigini del mito, nella personalissima scrittura di Lina Prosa, autrice palermitana che sta conoscendo una stagione di grande successo in Francia, dove i suoi testi sono pubblicati da Les Solitaires Intempestifs e messi in scena dalla Comedie Française: La stanza del tramonto è già stato tradotto in francese da Jean-Paul Manganaro, lo spettacolo fa parte del progetto Face à Face.
Sabato 27 febbraio, invece, al Teatro Duse va in scena La farina va in amore: La guerra del pane dall'ultima cena ad oggi, un progetto teatrale di Giorgio Comaschi, musiche di Mario Guarnera.
“La farina va in amore” è un progetto di Giorgio Comaschi per realizzare uno spettacolo sul pane: il pane come inizio di tutto, come cosa buona da mangiare, come calore, come profumo, come cosa rotonda, rassicurante, soffice, calda, attorno alla quale gira da sempre il mondo. La storia del pane dall’Ultima Cena in avanti, la storia del pane a Bologna: la fame, il gusto, la fantasia. Giorgio Comaschi ripercorre, rilegge, racconta la storia del pane fra il giornalismo e il teatro, fra spunti comici, risate e divertimento.
Sempre sabato 27 febbraio al Teatro Comunale Laura Betti di Casalecchio è la volta di Scannasurice, testo di Enzo Moscato e regia di Carlo Cerciello, con Imma Villa e le musiche originali Paolo Coletta.
Scannasurice è una sorta di discesa agli “inferi” di un personaggio dall’identità androgina nell’ipogeo napoletano dove abita, una stamberga in cui le fanno compagnia i topi (i “surici”), metafora dei napoletani stessi, e i fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘Mbriana al Munaciello.
Un viaggio alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e di una quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente. Il personaggio fa la vita, “batte”: è, originariamente, un “femminiello” dei Quartieri Spagnoli di Napoli, ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità, quasi mitologiche, oltre l’identità sessuale, sono quasi magiche.
Questi e molti altri sono gli spettacoli in scena, per l'intera programmazione teatrale clicca QUI.